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IL PROGETTO 'SORBOLO IN SALUTE',

DA UN'IDEA DI PRESCRIZIONE VERDE A UN PERCORSO DI CONSAPEVOLEZZA

di Miriam Carluccio

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Come medica di famiglia

In qualità di medica di medicina generale ho più volte sentito l'esigenza di avere strumenti alternativi da affiancare alla classica terapia farmacologica nella cura dei miei assistiti. La maggior parte del mio lavoro infatti è seguire i pazienti cronici ma ancor più parlare agli adolescenti e adulti di prevenzione primaria e dare suggerimenti per correggere stili di vita e ragionare sui determinanti di salute che condizionano le nostre vite. I pazienti ascoltano con interesse, si pongono degli interrogativi, si valuta sempre insieme quali siano le difficoltà che non permettono un cambio di rotta e se ci sono motivazioni adeguate per il cambiamento.

 

Come medica per l'ambiente

In qualità di medica per l'ambiente, informare sull'importanza della salute dell'ambiente in cui viviamo è fondamentale. In particolar modo, individuare e preservare luoghi che siano un esempio di biodiversità e farli conoscere, con le loro caratteristiche e ricchezze affinché siano identificati come bene comune. Medici e naturalisti del gruppo ISDE Parma, Francesco Mezzatesta, Franca Zanichelli mi hanno molto aiutata in questo lavoro di conoscenza e promozione.

 

Salute e ambiente come connubio imprescindibile, nasce l'idea della prescrizione verde

Quindi avevo la necessità di consigliare al paziente l'attività fisica e nel contempo favorirne il contatto con la natura esaltandone la sua importanza.

Serviva a questo punto uno strumento a disposizione dei pazienti di facile fruizione, proprio da somministrare come fosse una medicina, una prescrizione verde. Cos'era stato fatto finora? E come realizzarla?

Bisognava trovare una palestra all'aperto, un luogo vicino casa, familiare e facilmente raggiungibile in qualsiasi momento della giornata, dove muoversi in autonomia.

Ogni paziente è diverso, necessita di diverse attività: la donna in gravidanza avrà necessità diverse rispetto al soggetto iperteso o con bassa tolleranza glucidica.

 

I parchi di Sorbolo, luogo di biodiversità

La scelta dei parchi è giunta lentamente: inizialmente l'idea è di camminare possibilmente in aree lontane dal traffico, dallo smog, evitando le arterie stradali principali e segnalando i percorsi in cui l'aria è più inquinata. Ma non è sufficiente, occorre anche un ambiente rigenerante con una buon grado di biodiversità. I percorsi individuati inizialmente con l'amministrazione del comune non sono adatti: lungo argini del torrente accanto a coltivazioni intensive di pioppi, piste ciclabili circondate da campagne con coltivazioni intensive.

Durante il sopralluogo, l'occhio esperto dei naturalisti, come Luigi Ghillani, ricade su delle cime interessanti che svettano tra le case e scopriamo così importanti alberi quasi secolari, all'interno di un parco della città. Da qui, supportati dalla vicesindaco che conosce bene il luogo, individuiamo altri importanti parchi con alberi e vegetazione interessante per il nostro progetto.

 

Nascono i primi percorsi e confronti

Coinvolgiamo dei fisiatri, Drssa Federica Petraglia, dr Antonio Marcato,e uno specializzando in scienze motorie, Luca Torelli, che ci aiuterà nella scrittura del percorso... il progetto comincia a prendere forma!

Incontriamo il sindaco di Sorbolo e gli urbanisti per spiegare il progetto e valutare miglioramenti e criticità. Viene sollevato il problema della sicurezza nei parchi, ma risolvibile con l'installazione di telecamere. Si ribadisce l'importanza del contatto con la natura come mezzo in grado di dare valenza ad elementi vivi, monumenti di biodiversità di cui si conosce troppo poco, visto l'approccio antropocentrico impattante spesso negativamente sulla qualità di vita.

Lo specializzando crea i percorsi, sono molto variegati e ritagliati su misura in base agli elementi che sia hanno a disposizione: per esempio i cinque alberi di pioppo bianco vicino la comune, che sono disposti a cerchio, diventano un luogo utile per esercizi di orienteering, dei tronchi mozzati sono l'ideale per fare squat, i filari di alberi di sorbo, da cui prende nome  la città, interessanti per un circuito e così via.

 

Dubbi e suggerimenti

Cresce l'attenzione intanto verso i concetti di biofilia e il legame con la natura, ho la fortuna di conoscere la drssa Pierangela Fiammetta Piras che si occupa di prescrizioni verdi da molto tempo e che solleva dei quesiti: basterà questo approccio per creare un legame con la natura che ci circonda e capirne l'importanza e stimolare un atteggiamento pro-ambiente? E' corretto 'usare' la vegetazione solo come strumento, oppure è giusto esaltarne il ruolo in quanto essere vivente? Creando dei percorsi ad hoc, non si rischia di ghettizzare il paziente (per esempio il soggetto obeso)? Il paziente aderirà alla terapia? Riuscirà ad essere costante?

E porta anche degli utili suggerimenti: rendere i percorsi meno monotoni, dando loro dei nomi, creando degli obiettivi anche fantasiosi, creativi. Stimolare il contatto con la natura, facendo entrare in relazione la persona con essa: prendersi cura, scegliere un albero, farlo conoscere agli altri. Creare degli obiettivi creativi che vadano oltre la classica misurazione del BMI o peso e circonferenza.

 

Prossimi step al 5/11/23

Mettere in pratica quanto evidenziato.

Chiedere aiuto alla popolazione e a chiunque abbia voglia di migliorare il progetto, facendolo sentire vicino e parte di un percorso insieme.

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