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Gruppo di isole

PROFILO DELLE PRESCRIZIONI VERDI IN ITALIA

sintesi lavoro di gruppo a cura di Pierangela Fiammetta Piras

Successivamente all’analisi di contesto internazionale, ne abbiamo effettuata una preliminare in Italia, realizzata attraverso la raccolta della descrizione mediatica degli Interventi basati sulla Natura (IbN) già erogati o promossi; di pareri e conoscenze di ricercatori, professionisti e stakeholders attraverso interviste semi strutturate e confronti di gruppo a tema. Anche l'analisi del contesto italiano ha per ora confermato quanto riportato nella letteratura scientifica internazionale. Di seguito la sintesi:

Per quanto riguarda gli operatori sanitari

La maggioranza dei medici non conosce ancora le Prescrizioni Verdi (PV).

Intuitivamente, molti medici ritengono che si tratti di attività motorie svolte in Natura, dalla passeggiata all’escursione sino alla pratica sportiva. In tal caso, ritengono che l’efficacia preventiva o terapeutica sia legata all’esercizio fisico in sé, mentre l’ambiente naturale avrebbe una funzione motivante, socializzante e rilassante.

La gran parte degli operatori sanitari ritiene inoltre che i maggiori ostacoli ad approfondire la tematica ed eventualmente a considerare l’inserimento delle Prescrizioni Verdi nella propria routine clinica, siano la mancanza di tempo e la mancanza di evidenze scientifiche sulla loro efficacia.

In generale, i medici ritengono comunque di essere tenuti a prescrivere trattamenti basati sull’evidenza e consolidati (sport terapia, riabilitazione fisica, supporto psicologico, ecc), e che stia poi al terapista qualificato valutare il setting più efficace. Prescrivere interventi non basati su evidenze, comprese le loro specifiche, e/o non forniti da operatori di dimostrata competenza, non rientra nei compiti del medico e, anzi, potrebbe mettere a rischio i pazienti, ponendo anche questioni di responsabilità professionale.

In sintesi, i principali ostacoli emersi sono:

  • la scarsa conoscenza delle Prescrizioni Verdi e delle evidenze esistenti sugli Interventi basati sulla Natura

  • la mancanza di tempo ad approfondire una tematica perlopiù ritenuta irrilevante, ed eventualmente ad attivarsi per la prescrizione ai propri pazienti

  • la scarsa affidabilità dei servizi e dei relativi fornitori

I medici disposti ad almeno raccomandare l’attività fisica in Natura, quale pratica di promozione della salute, non prendono tuttavia in considerazione o non conoscono gli impatti della frequentazione umana e dei servizi associati sugli ecosistemi naturali, quindi non sarebbero in grado di comprendere nella loro prescrizione le questioni ambientali.

Non appena meglio informati, una discreta percentuale dei medici interrogati ha tuttavia manifestato interesse e desiderio di poter meglio approfondire l'argomento, e la disponibilità a valutare l'integrazione delle Prescrizioni Verdi nella propria routine clinica.

Per quanto riguarda i fornitori di Interventi basati sulla Natura

In generale, i fornitori di IbN ritengono che questi abbiano grandi potenzialità terapeutiche. Tale convinzione è tuttavia legata ad intuizioni personali e al riferimento ad esiti ricavati dalla letteratura scientifica internazionale, non sempre correttamente interpretati, più che a risultati direttamente ottenuti.

La descrizione dei servizi offerti spesso utilizza termini e descrive obiettivi fraintendibili, non specifica i metodi di monitoraggio utilizzati e con esiti restituibili al prescrittore, né dettaglia le capacità di accoglienza di situazioni complesse, le risorse per far fronte ad eventuali crisi o emergenze, così come non garantisce di poter rispondere a bisogni di salute individuale indicabili dai prescrittori.

Questo è tanto più vero per gli IbN non consolidati come trattamenti terapeutici, ma che emergono come varianti di servizi ricreativi, educativi, sportivi, turistici, ecc

Sono rarissime le situazioni in cui è stata effettuata o è stata prevista una analisi di impatto ambientale dei propri interventi e dei servizi associati, anche considerando soltanto l’area in cui vengono attuati e a breve o a medio termine.

 

Per quanto riguarda i team interdisciplinari di studio e/o progettazione

La mancanza di una solida cultura della complessità, la scarsa conoscenza delle metodologie e dell’esperienza nel confronto interdisciplinare, riducono spesso ideazione e progettazione alla somma di prospettive diverse che tentano poi un punto d’incontro centrale, anziché una reale apertura a tutte le prospettive perché possano emergerne di nuove, come sarebbe utile. Ne esitano azioni che, a fronte delle intenzioni, non sono realmente innovative ma rappresentano ricicli di vecchie soluzioni e strategie già dimostratesi inefficaci, con l’impegno finale più spesso orientato al trasferimento di valori e convinzioni piuttosto che alla verifica della propria capacità di ottenere risultati. Ciò non sfugge alle logiche diffusive del marketing, sia esso commerciale o votato all’affermazione delle proprie ragioni. In queste logiche, anche la Scienza finisce con l’essere strumentalizzata e ne esitano messaggi che, consapevolmente o meno, assumono le sfumature del washing, dal greenwashing all’healthwashing, via via trascurando come, ad esempio, l’eventuale successo mediatico e attuativo di messaggi basati sul concetto di “Natura terapeutica” possano avere come conseguenza lo sfruttamento e il degrado degli stessi ecosistemi che si vorrebbero valorizzare e tutelare, perseverando al contempo sull’incapacità di essere inclusivi rispetto alle persone e alle comunità realmente fragili, e alimentando così l’ingiustizia sociale. Anche la Scienza finisce con l’essere spesso strumentalizzata, selezionando da essa ciò che conferma le proprie convinzioni e/o rende più convincente il messaggio divulgato. Laddove esiste la consapevolezza di tali limiti e il desiderio di superarli, ad esempio approfondendo la formazione e affinando meglio i servizi erogati, la difficoltà economica resta comunque un ostacolo dirimente.

Le Prescrizioni Verdi, fin dall’inizio del loro ingresso in Italia, pagano il prezzo di queste dinamiche, già emerse al di fuori del proprio territorio e della propria cultura. Incalzati dalle strategie diffusive, gli interessati faticano a darsi il tempo e ad impegnarsi per acquisire le competenze interdisciplinari necessarie e a verificare nelle differenti realtà se riescono davvero a corrispondere ai bisogni e a valorizzare le risorse locali, ottenendo finalmente la credibilità di cui necessitano. Al contrario, la velocità con cui, consapevolmente o meno, si stanno diffondendo le dinamiche che favoriscono il basso profilo delle Prescrizioni Verdi rischia di disperdere e sprecare gli eventuali investimenti, che inevitabilmente e rapidamente saranno dirottati ad altro in caso di insuccesso. Ciò comporta anche la perdita delle preziose opportunità che le Prescrizioni Verdi hanno dimostrato di rappresentare per i pazienti, per i servizi di assistenza sanitaria ma anche per le comunità e gli ecosistemi naturali, attraverso i loro co-benefici.

Poiché alzare il profilo delle Prescrizioni Verdi è prioritario rispetto alla rapidità della loro diffusione, queste tematiche sono state tra le prime ad essere sviluppate nella nostra comunità di pratica, mentre in ambito progettuale sono state avviate collaborazioni nazionali ed internazionali per applicare metodologie di indagine più precise, e utili ad individuare strategie realmente efficaci per alzare e mantenere alto il profilo delle Prescrizioni Verdi.

SOTTO TEMATICHE INDIVIDUATE E DISCUSSE O IN DISCUSSIONE

1) affinamento e verifica di efficacia della metodologia di apprendimento e confronto

2) la questione dei termini: siamo impegnati a creare un glossario che consenta una interpretazione univoca dei termini più significativi nel dialogo di rete delle PV, come “terapia” e “terapeutico”. In alcuni casi ciò ha richiesto e sta richiedendo ampie e interdisciplinari riflessioni, ad esempio per quanto riguarda l’attribuzione di “terapeutico” ad ambiente naturali con caratteristiche determinate o se si possa attribuire un “valore terapeutico assoluto” agli stessi o alle loro caratteristiche.

3) Il sotteso alle dinamiche di washing, volontario e consapevole o meno, sia per non subirlo, sia per non parteciparvi.

Approfondisci anche di cosa necessitano gli operatori, leggendo qui

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